Sostegno alla genitorialità in tempo di Covid-19

Claude Monet , Il ponte giapponese, 1899

Lo Sportello online al Sostegno della Genitorialità del Coordinamento pedagogico Fism in questa emergenza attuale dovuta al Covid-19 si pone in aiuto attraverso gli strumenti dell’ascolto, del dialogo e dell’informazione, mirando ad una Cultura del benessere nei nidi e nelle Scuole dell’Infanzia, e dei Genitori per assicurare loro nell’ambito di un’efficace relazione educativa, sostegno e attenzione.

Lo Sportello offre Servizio di:

  • ASCOLTO 

Uno spazio per esprimere dubbi, problemi e difficoltà;

  • CONSULENZA

Accompagnamento in un percorso, di un bisogno o di una ricerca di strategie per affrontarlo.

  • INFORMAZIONI

Sulle caratteristiche del percorso di crescita, sui momenti di crisi e di trasformazione dell’età evolutiva, sui principali servizi e risorse presenti nel territorio.

  • A chi si rivolge? Ai genitori dei bambini frequentanti un servizio educativo 0/6 anni, affiliato alla FISM di Ravenna;
  • Perché? Perché crediamo che per crescere un bambino occorre un intero villaggio;
  • Come? Attraverso una raccolta di Pagine di Pedagogia che abbracciano diverse tematiche educative che possono essere utili al sostegno della Genitorialità soprattutto in questa nuova riorganizzazione dell’educazione dei figli nello stesso contesto familiare.

E’ possibile attraverso il canale Mail di riferimento info@fismravenna.it  porre quesiti personali alle Coordinatrici del Servizio.

                      …PAGINE di PEDAGOGIA…

PEDAGOGIA ed EDUCAZIONE NEL TEMPO DEL COVID-19

Ci troviamo di fronte ad una sfida senza precedenti. La situazione di emergenza attuale dovuta al COVID-19 ha comportato cambiamenti radicali nella vita di ognuno di noi. La necessità di rimanere in casa, la chiusura di attività e scuole, la riduzione dei contatti sociali e l’utilizzo sempre più massiccio di strumenti tecnologici quali canali di informazione – comunicazione con la realtà esterna sono solo alcuni degli aspetti che si stanno affermando sempre di più nella situazione odierna, i cui effetti avranno sicuramente riscontri duraturi in futuro. Una situazione che ha portato ad un ridimensionamento totale di tempi, spazi e risorse per noi e per i nostri bambini e che comporta per entrambi un impiego notevole di forze ed energie. Ma naturalmente un tempo come questo provoca dubbi, domande e difficoltà che se da una parte possono portare ad un senso di smarrimento e confusione possono diventare il punto di partenza per scoprire nuove risorse e possibilità. È proprio all’interno di questa realtà faticosa e ancora tutta da scoprire che inauguriamo le “pagine di pedagogia”, per raccogliere domande e perplessità, trovare materiali di diverse tipologie (interviste, articoli, video, letture, ecc.) che aiutino il più possibile ad individuare e impiegare strumenti utili a farvi fronte, ad avere una consapevolezza maggiore di ciò che stiamo affrontando all’interno di una cornice e uno sguardo pedagogici. Ma soprattutto a mantenere viva e costante la continuità tra scuola e famiglia.

Ringraziamo le famiglie delle domande ed esperienze personali pervenute, i temi emersi sono tanti e molto interessanti, ma soprattutto sono argomenti che non si esauriscono mai e rifletterci insieme ci permette di arricchirci sempre di più. Dal momento che in più esperienze sia di famiglie della scuola dell’infanzia che del nido è stata espressa la necessità di uno “sguardo” approfondito sulla realtà attuale, un chiarimento rispetto a certi comportamenti dei bambini (ritrosia a svolgere certe attività/lavoretti, regressioni, il rifiuto a salutare i compagni o amici in videochiamata, ecc.) e consigli su come accompagnarli a viverla nel modo più adeguato possibile individuerei qui il punto di partenza. Di seguito troverete materiali di esperti e figure professionali che a vario titolo si interessano al mondo dell’infanzia, con un occhio di riguardo alla realtà odierna del COVID-19 e che rispetto agli effetti di tale situazione sui bambini hanno dato un loro considerevole contributo:

https://cppp.it/approfondimenti/dettaglio/articoli/cosa-possono-fare-i-genitori-e-gli-adulti-per-non-allarmare-i-piu-piccoli

https://www.ilgiorno.it/cronaca/coronavirus-bambini-casa-1.5083568

https://www.bergamonews.it/2020/03/23/coronavirus-bambini-a-casa-ecco-alcuni-consigli-per-creare-contesti-di-gioco-positivi/361425/

I link sopra indicati vi condurranno all’interno di articoli e interviste in cui gli esperti delineano una panoramica generale, individuando i comportamenti e le azioni che molti bimbi potrebbero mettere in atto e suggeriscono possibili strategie e modalità da impiegare per accompagnarli in questo momento (alcune delle quali, ci tengo a sottolineare, qualcuno di voi sta già mettendo in atto come ho letto dai vostri scritti: per es. l’instaurazione di una routine, cucinare e fare giardinaggio insieme, giochi simbolici, ecc.). Un altro aspetto collegato all’emergenza COVID-19, di cui sono stati chiesti chiarimenti e consigli, riguarda il tema della morte e come affrontarlo con i bambini. La perdita di persone care, familiari o amici a causa del Coronavirus è una situazione che sta toccando molte famiglie e non di facile gestione. Per questo di seguito allego alcuni articoli che trattano questo tema e offrono suggerimenti su come affrontarlo con i propri bimbi nel modo più adeguato possibile:

https://www.uppa.it/educazione/pedagogia/covid-19-si-puo-parlare-della-morte-con-i-bambini/

http://www.educazione-emotiva.it/bambino-morte.htm

A seguito di questa premessa ho individuato i temi centrali a cui si riferiscono le domande e i quesiti pervenuti e per ognuno di essi ho evidenziato i materiali che possono offrire un aiuto.

TOGLIERE IL PANNOLINO

Tra le sfide che nella realtà attuale molti genitori si trovano ad affrontare una delle più importanti consiste nell’acquisizione del controllo degli sfinteri e nell’abbandono graduale del pannolino da parte del bambino. Rappresenta un grande traguardo, tendenzialmente attuabile nel momento di passaggio dall’asilo nido alla scuola dell’infanzia, fermo restando però che i tempi di acquisizione possono variare da bambino a bambino. Un percorso di conquista che richiede ai genitori gradualità, pazienza e una non poca dose di fantasia. Per questo vi allego di seguito due articoli. Nel primo troverete alcuni consigli che possono aiutare:

  • A cogliere i segnali che indicano quando un bambino è pronto ad affrontare questo percorso;
  • A costruire un percorso di conoscenza e sperimentazione che tenga conto delle potenzialità e interessi di ogni bimbo;
  • A fare attenzione ad azioni e parole che potrebbero forzare o intralciare l’acquisizione di tale autonomia.

Nel secondo articolo troverete una ricca bibliografia (storie, fiabe e racconti) su questo tema da proporre ai bambini per rendere il tutto più interessante e divertente.

  1. https://roma03.it/blog/spannolinamento-2-la-cacca-nel-vasino-i-consigli-della-psicologa/
  2. https://roma03.it/libri-e-giochi/libri-per-bambini/spannolinamento-2-la-vendetta-della-cacca-libri-per-farla-nel-vasino/

REGOLE, NO E CAPRICCI

Nella realtà attuale si prospetta un mondo nuovo, che stiamo pian piano cominciando a conoscere e nel quale muoviamo i primi passi. I cambiamenti avvenuti sono tanti e ognuno di essi comporta un investimento notevole di energie e risorse per poterli fronteggiare adeguatamente. Un mondo nuovo non solo per noi adulti ma anche per i bambini, una sorta di percorso di “inserimento e ambientamento” in una realtà diversa e sconosciuta dove ciò che può aiutare sono alcuni punti fermi e saldi. Il primo fra questi è sicuramente rappresentato dalla costruzione di una routine quotidiana, ovvero una sequenza prevedibile e stabile di momenti e attività all’interno delle mura domestiche che nel loro susseguirsi diventano per il bambino e per l’adulto fonte di rassicurazione e certezza. Un altro strumento importante è rappresentato dall’individuazione di regole, intese non solo come divieti (devono esserci per far si che la volontà del bambino non diventi predominante ma è importante che tutto non diventi proibito) ma come vere e proprie guide (regole positive) che possono dare un senso concreto e chiaro alla realtà, che permettono al bambino di sentirsi contenuto, specie in quella fase dello sviluppo intorno ai due anni in cui egli stesso considera unicamente il proprio “punto di vista” (egocentrismo infantile), mettendo in campo capricci e i “no”. Nei materiali che seguono si affronteranno questi aspetti, tramite alcuni brevi video e articoli con esempi concreti:

https://media.giuntiscuola.it/_tdz/@media_manager/2526765/

SPERIMENTAZIONE DI PICCOLE FRUSTRAZIONI

Il tema che viene trattato in questo paragrafo è strettamente connesso a quello delle regole e dei capricci, in particolare con quest’ultimi. Il capriccio, spesso e volentieri, viene messo in atto nel momento in cui una richiesta da parte del bambino o un obiettivo che si era preposto non viene subito soddisfatto, rispetto al quale si crea uno stato di tensione (frustrazione). Infatti in queste situazioni un bambino tende a dare sfogo di questa frustrazione, arrabbiandosi, piangendo, lanciando oggetti, ecc. Eppure proprio questo momento può rappresentare una grande occasione per cominciare ad imparare il senso dell’attesa, la consapevolezza che non tutto è dato e che anche dagli insuccessi possiamo crescere. Dare spazio a questi momenti, stabilire poche regole ma chiare, accogliere e verbalizzare le emozioni (non solo quelle del bambino ma anche quelle degli adulti di riferimento) che da questi derivano diventano un’opportunità.

http://vivalamamma.tgcom24.it/2011/11/i-bambini-e-le-loro-prime-piccole-frustrazioni-che-fare-che-atteggiamento-assumere/https://www.blogmamma.it/come-gestire-la-frustrazione-dei-bambini/

CIBO E ALIMENTAZIONE

Anche sul tema del cibo e dell’alimentazione le sfide che i genitori possono dover fronteggiare non sono poche, come la possibilità che il bambino stia seduto a tavola, e sia disposto a mangiare cibi non propriamente invitanti ampliando così la sua alimentazione per citarne alcune. Tuttavia all’interno di queste sfide possono emergere vere e proprie occasioni che permettono al bambino e ai genitori di vivere il valore educativo, emotivo e socializzante che caratterizzano la routine del pasto. Un fattore imprescindibile, ma non unico, perché il bambino viva pienamente questo momento è rappresentato dall’esempio. Tanto più i genitori mettono in atto le azioni che desiderano trasmettere al bambino tanto più quest’ultimo coglierà la coerenza delle richieste e sarà più disposto a concretizzarle. Oltre a ciò la fantasia e la creatività dei genitori, specialmente per cercare di avvicinare il bambino a gusti diversi rispetto a quelli consolidati, giocano un ruolo fondamentale così come la possibilità di utilizzare il gioco quale strumento educativo per eccellenza. Come costruire una buona routine del pasto? Cosa può aiutare il bambino a sperimentare una varietà più ampia di cibi? Quali storie, fiabe e racconti proporre per favorire ciò? Di seguito i materiali che possono rispondere a tali quesiti:

http://www.comune.russi.ra.it/content/download/26894/265994/file/Nido%20A.P.%20Babini%20-%20Cuciniamo%20per%20i%20nostri%20bambini.pdf

https://cppp.it/chi-siamo/dettaglio/articoli/per-educare-al-cibo-coinvolgete-i-bambini-nel-rito-della-tavola

https://www.giuntiscuola.it/nididinfanzia/consigli/a-bi-ci-bo/genitori-o-cuochi-l-importanza-di-condividere-il-pasto-con-i-bambini/

https://www.giuntiscuola.it/nididinfanzia/consigli/a-bi-ci-bo/costanza-e-tolleranza-per-un-alimentazione-serena-a-casa-e-al-nido/

LA NOIA, MOTORE PER LA FANTASIA E LA CREATIVITÀ

Nella realtà emergenziale e di isolamento in cui ci troviamo vi sono molti casi di bambini annoiati, poco propensi o addirittura refrattari a svolgere qualsivoglia attività. Se in un primo momento sembravano attivi e desiderosi di svolgere le proposte ludiche e didattiche inviate dalle loro maestre con l’avanzare dell’emergenza la situazione gradualmente è mutata, tanto che alcuni di loro non sembrano più disposti a ciò e questa ritrosia si estende anche ai giochi e momenti vissuti normalmente nel proprio quotidiano. La noia, in alcuni casi la tristezza o addirittura la rabbia sembrano le emozioni dominanti, ma tutte possono avere una connotazione positiva. Infatti ognuna di queste rappresenta un indicatore fondamentale della profondità relazionale che i bambini hanno costruito con la comunità della scuola (maestre e compagni). Sono ottimi segni perché significa che per il bambino il contesto scolastico e la sua comunità educante frequentata sono per lui punti di riferimento, quindi in tal senso queste emozioni sono davvero significative e caratterizzate da un’accezione positiva. Abituati ad un contatto concreto e quotidiano, questi bambini sono passati dalla possibilità di vivere giornate educative a contatto con le proprie maestre a un metodo più moderno, mediato da un supporto digitale. All’inizio ciò poteva risultare interessante, però nel tempo la sensibilità del bambino percepisce che tale sistema non compensa la relazione educativa diretta e che rimane un divario, una notevole differenza rispetto a ciò che viveva in precedenza. In questo senso potrebbe quindi rifiutare il supporto digitale, che tanto ama per giocare o guardare i video di Youtube. Noia, rabbia ed emozioni simili potrebbero anche rimandare ad un disagio provato dal bambino, un vissuto interiore dovuto a questo isolamento sociale prolungato (ma le ragioni potrebbero essere altre). In entrambi i casi non bisogna costringerlo a svolgere attività o giochi a cui non desidera partecipare o fare in questo momento perché in tal modo potrebbe chiudersi ancora di più in sé stesso. Un primo passo consiste nel porre attenzione al “sentire” del bambino in maniera globale. “Mi sembra tu sia arrabbiato, triste” (per accogliere e legittimare quell’emozione), “ne vuoi parlare?” (mostrarsi disponibili al dialogo) e “mi spiace che tu ti senta così, è proprio difficile questa situazione” (per validare quel sentito e far vedere che anche un adulto può provare quelle emozioni e può capire). Questi passi possono aiutare i genitori a preservare il benessere emotivo dei bambini, a lavorare sul piano emozionale prima di investire nuovamente sulla possibilità di fare giochi o attività. Un’altra buona pratica che può ulteriormente aiutare è il racconto di storie. Quando si raccontano storie, le parole, le intonazioni e le espressioni del volto catturano le emozioni del bambino, trasmettendo forza emotiva. Questo è un buon modo per rassicurare e rasserenare, per dare voce e spazio a quelle emozioni anche forti che magari si fa più fatica a verbalizzare e collocare. Per i bambini più piccoli un aiuto consistente può venire dalla costruzione assieme ai genitori di una TANA, uno spazio proprio e personalizzato con ciò che al bambino piace e suscita interesse (una coperta, dei cuscini, il peluche preferito, macchinine, libri, ecc.), nel quale rifugiarsi e ascoltare storie. Negli articoli che seguono la noia viene sviluppata proprio come una forza motrice per la fantasia e per la ricerca di nuove strade, con consigli pratici su come trasformare questi momenti in spazi immaginativi. Un approfondimento ulteriore è presente all’interno del link di Facebook, nel quale troverete una corposa intervista in cui gli esperti interpellati (in particolare Maria Grazia Contini) analizzano la realtà attuale e le possibili emozioni e azioni che suscitano nei bambini e nei ragazzi, ipotizzando delle strategie per affrontare anche il futuro rientro a scuola.

https://lamenteemeravigliosa.it/la-noia-nei-bambini-effetti/
https://www.facebook.com/ASP.Vignola/videos/159994995323213/

ALLA RICONQUISTA DELLE AUTONOMIE

Un’altra situazione che molti genitori si trovano a dover affrontare è rappresentata da una sorta di “ritorno al passato”, ovvero alla condizione in cui i bambini erano strettamente dipendenti dai genitori e si avviavano alla graduale conquista delle prime autonomie. Attualmente appare sempre più in crescita il fenomeno per cui i bambini, molti dei quali hanno già acquisito certe autonomie, non vogliano fare quasi più nulla da soli, dal mangiare a tavola all’andare in bagno per proprio conto. Cercano un contatto e un’attenzione sempre più prolungata ed insistente nei confronti dei loro genitori e ciò può derivare da alcuni fattori (che potrete sempre trovare all’interno dell’intervista su Facebook inserita fra i materiali del paragrafo LA NOIA, MOTORE PER LA FANTASIA E LA CREATIVITÀ). In primo luogo la condizione di smart – working per la quale molte famiglie lavorano da casa ha comportato una riduzione drastica di spazi e tempi esclusivamente all’interno del proprio ambiente domestico, una situazione per molti senza precedenti perché gli orari e la loro organizzazione sono stati stravolti radicalmente e prolungati molto più che in precedenza. In una condizione del genere al bambino, in un certo senso, non gli sembra vero di poter avere a disposizione i propri genitori per così tanto tempo e sempre in casa. In precedenza i genitori svolgevano il proprio lavoro presso altri ambienti da quello casalingo e buona parte della giornata vissuta dal bambino comprendeva l’esperienza concreta all’asilo nido o alla scuola dell’infanzia. Ora che questi spazi al momento sono preclusi i genitori sono costretti in casa, fatta eccezione la possibilità di uscire per comprovate necessità. Tutto ciò per il bambino è una gioia e gode di poter essere insieme ai genitori così tanto, per quest’ultimi può essere occasione di sperimentare esperienze diverse e creative assieme ai loro piccoli ma può creare qualche difficoltà nel conciliare tali momenti di condivisione con i propri, sia di smart – working che personali. Un altro possibile fattore alla base di questa rinnovata dipendenza dei bambini può derivare proprio dalla realtà attuale. Spazi, tempi e modalità relazionali cambiati. Tutto è cambiato, sia per gli adulti che per i bambini. Da uno stato di equilibrio siamo stati catapultati improvvisamente in una situazione di disequilibrio, con problematiche e sfide nuove. Come per noi adulti anche per i bambini i cambiamenti comportano delle “crisi”, cioè una situazione di disequilibrio e di novità che gradatamente va studiata, conosciuta bene e affrontata per trarne fuori potenzialità e risorse nuove. I bimbi che in questo momento chiedono di fare qualsiasi cosa assieme ai genitori potrebbero essere bimbi che stanno mettendo in atto delle risposte adattive e che di fronte ad una situazione così nuova e diversa abbiano bisogni di rassicurazioni e punti di riferimento che gli consentano di “leggere” la realtà attuale e rispetto ad essa riconquistare le proprie autonomie. In questa avventura verso la riconquista delle proprie autonomie anche gli adulti possono compiere una sorta di “salto nel passato”, ovvero andando a recuperare quelle strategie e i percorsi svolti che hanno accompagnato il piccolo all’acquisizione dei primi passi di indipendenza, adattandoli alla sua età attuale e alle competenze che gli appartengono. Strategie e pratiche che potrete “rispolverare” negli articoli che seguono:

https://bimbi.cmsantagostino.it/2019/05/27/educare-bambini-autonomia/

http://www.meyer.it/index.php/newsletter/dicembre-2018/3428-come-favorire-l-autonomia

https://www.uppa.it/educazione/pedagogia/so-quel-che-voglio/



QUESITI GENITORI………. FISM RAVENNA      

QUESITI GENITORI………. FISM RAVENNA    

1.In questo periodo particolare valgono le stesse regole o bisogna ammorbidirsi un po’? Come gestire i capricci ai tempi del Coronavirus:

L’attuale situazione di “clausura forzata” deve diventare assolutamente un’occasione di crescita e apprendimento per i nostri bambini.

E’ un tempo diverso, siamo dentro un cambiamento anche Educativo, è tuttavia necessario mantenere le routine quotidiane, poche e semplici regole, quelle stesse di prima.

E’ necessario tuttavia tenere presente il bisogno motorio nei bambini in tenera età pertanto possiamo permettere loro di esplorare anche angoli della casa che prima erano tenuti magari riservati, ovviamente sempre con la supervisione di un adulto di riferimento. Potrebbe essere utile riordinare i cassetti con l’aiuto dei piccoli.

Riorganizzare l’educazione dei figli in questo nuovo contesto è importante, il genitore organizzi spazio e giochi tenendo sempre il ruolo del “Regista” e non diventi troppo il compagno di gioco, flessibili si ma con i paletti di sempre.

Per quanto riguarda i Capricci, sono sempre gli stessi, in questo periodo è molto probabile che la situazione di stress e frustrazione possa far aumentare l’intensità degli stessi: urla, calci, pugni, continui “no” etc…

Dobbiamo tenere ben presente che i capricci sono il passaggio obbligatorio nell’evoluzione del bambino.

Come arginare e canalizzare i capricci a casa? In un tempo dove una passeggiata non è possibile, possiamo ipotizzare di costruire una tana o un angolo speciale tutto loro, dove i bambini possono sentirsi al sicuro e calmarsi naturalmente.

I piccoli vogliono attirare l’attenzione dei grandi in tutti i modi. Cerchiamo di restare sereni e rassicurarli che nonostante il capriccio, noi ci siamo. Rimandiamogli la nostra posizione chiara, senza tono di minaccia. Sarà il bambino stesso ad avvicinarsi pian piano. 

Si potrebbe realizzare un vasetto (esempio Coronavasus) dove mettere dentro piccoli bigliettini dei bambini, aiutarli ad esprimere così le emozioni primarie come la rabbia, paura, gioia, tristezza.

Educare i bambini fin da piccolissimi alle emozioni è un lavoro molto importante nel percorso di crescita.

Sperando di aver soddisfatto le sue richieste, resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, confronti o consigli utili.

Un saluto Caro

2- Suggerimenti per la gestione emotiva dei bimbi. Bambini a casa di diverse età: una bambina di 6 anni che dev’essere seguita per la Didattica a distanza, una bambina media di 5 anni che si isola continuamente, appare senza riferimenti durante la giornata, e il piccolo di 2 anni e mezzo piuttosto autonomo che appare non soffrire particolarmente la situazione. 

La casa è quel luogo fisico e psicologico dove il bambino struttura la sua personalità attraverso le relazioni interpersonali con genitori e fratelli. In questa situazione di emergenza, piccoli e grandi percepiscono il proprio mondo emotivo. E’ importante condividere la propria condizione emotiva a seconda dell’età dei propri figli. Esprimersi emotivamente, può prevedere l’improvvisarsi a raccontare una storia o una favola, a disegnare o fare un gioco. Con questi strumenti i bambini si rispecchiano nelle parole dei genitori e trovano rassicurazione, in un ambiente in cui possono accrescere la loro sensibilità. Specialmente nei bambini fino a 3 anni l’attaccamento e le cure della mamma rendono felice il bambino, mentre dai 4 anni in su’ i bisogni cambiano e ci si addentra in un attaccamento sociale.

Ciò che tuttavia accomuna tutti è in questo momento il bisogno motorio: organizzate la prima parte della giornata con qualche piccola attività come: nascondino, palla di gommapiuma o birilli, giochi micromotori importanti. I figli con fratelli hanno più opportunità di confronto e sostegno.

Importante è costruire una routine giornaliera, non troppo piena di stimoli ma necessaria per mantenere ordine e dare sicurezza. Per la bambina di 5 anni, proporle di costruirsi una tana dove può portare i suoi giochi o un cuscino e permetterle di restare nel suo angolino che le può dare sicurezza ma nei momenti non strutturati della giornata. Si devono alternare giochi di rilassamento (disegno- costruzioni), osservare fuori dalla finestra e raccontare cosa si vede, giochi di travaso e assolutamente mantenere viva la socialità con i parenti attraverso le video-chiamate.

Da ricordare che il genitore organizza spazio e giochi ma tenendo sempre il ruolo da “regista”. Un lavoretto semplice e utile per riunire i fratellini e lavorare sulla gestione “emozioni”, può essere la realizzazione di un vasetto di vetro chiamato CORONAVASUS dove i bambini possono mettere piccoli bigliettini con i colori delle emozioni o utilizzare anche le tradizionali emoticon, tipo smile. Questo può essere un lavoro insieme di condivisione, dove poter chiedere ai bambini come si sentono o che colore può avere la rabbia, la paura, gioia…. Il cervello dei bambini è motorio, sensoriale e magico. Educare i bambini fin da piccolissimi alle emozioni è un lavoro importante nel percorso di crescita.

3- Bambina di 4 anni e mezzo che chiede “sconfortata” alla mamma: Perché il Coronavirus non passa più? Non possiamo più uscire? Con un pianto quasi finto senza lacrime, non sembra un pianto reale ma lo riproduce spesso durante la giornata. Cosa dovremmo spiegare ai nostri figli? Dovremmo limitare l’informazione sull’argomento?  

La paura del Covid-19 è uno stato emotivo che si attiva attraverso le notizie che riguardano l’aumento dei contagi e la crescita del numero delle vittime. Tutto questo può causare inquietudine che si riflette nella quotidianità famigliare. Sappiamo che l’ansia e la paura non si accendono e spengono a comando ma è possibile adottare strategie educative che ci permettono di fronteggiarla. Una strategia tipica messa in atto dai genitori quando dicono ai figli “Andrà tutto bene”.

Molti bambini sono spaventati e bisogna preservare il loro benessere emotivo. La priorità educativa è quella di stabilire un rapporto di cura e costruire insieme una TANA, molto importante avere un angolo proprio per rifugiarsi. Aiutare i bambini con il racconto di Storie. Quando si raccontano storie, le parole, le intonazioni e le espressioni del volto catturano le emozioni del bambino, trasmettendo forza emotiva. Questo è un buon modo per rassicurare e rasserenare i piccoli.

  • Consiglio la lettura “Una zuppa di sasso”; la favola del colibrì;
  • Consiglio la favola “sotto lo stesso cielo” scritta per i bambini in questo tempo di COVID-19 pubblicato dalla Scienziata Daniela Lucangeli, invio il link. Basta cliccare sopra per accedere alla favola:
https://www.facebook.com/danielalucangeliofficial/videos/1736905513119136/

E’ importante non minimizzare o ignorare le loro preoccupazioni, i bambini hanno diritto ad essere informati su ciò che avviene nel mondo e gli adulti la responsabilità di preservarli dall’ inquietudine. Usare un linguaggio semplice. Quello che succede a molti bambini è una sorta di “crisi” in quanto per la tenera età non sono ancora in grado di distinguere tra immagini e realtà personale.

Manteniamo per quanto possibile le routine, specialmente prima di andare a letto: un bagnetto caldo e una favola per conciliare il sonno.

Mi viene in mente un gioco che potrebbe canalizzare l’ansia e rovesciare la preoccupazione in accezione positiva: proponiamo il gioco di “CHI LOTTA CONTRO IL VIRUS”… con gli animali peluche o bambole si possono raccontare storie  degli infermieri , medici che lavorano per mettere al sicuro tutta la comunità. E’ importante far passare il messaggio che ci sono persone compassionevoli e generosi, che oltre al dovere c’ è anche un messaggio di benevolenza universali davanti ad un piccolissimo nemico…. direi invisibile.

4- Da quando è a casa ha smesso di disegnare, gli piaceva tanto. I video che fanno i maestri, le fiabe e le attività proposte a distanza non le vuole vedere. Scappa via. Sembra offeso e arrabbiato con la scuola.

I bambini sono passati da un metodo di apprendimento diretto, ovvero una lezione a contatto con le insegnanti, a un metodo più moderno, mediato da un supporto digitale. Per i piccoli può essere molto difficile adattarsi a questa situazione. E’ una metodica apprezzata dai più grandi ma complessa per i piccoli che si distraggono facilmente. Il bambino potrebbe quindi rifiutare il supporto digitale, che tanto ama per giocare o guardare i video di youtube. Gli elementi descritti nel quesito rimandano sicuramente ad un disagio provato dal bambino ma non bisogna costringerlo a svolgere attività a cui non desidera partecipare o svolgere (come il disegno) in questo momento. Incentivarlo continuamente potrebbe non aiutare il bambino ad affrontare la situazione e probabilmente si chiuderebbe ancora di più.

Proviamo a concentrarci sul “sentire” dei bambini in maniera globale.

  1. Accogliere e legittimare “mi sembra tu sia arrabbiato, triste”;
  2. Essere disponibili al dialogo “ne vuoi parlare?”;
  3. Validare “mi spiace che tu ti senta così, è proprio difficile questa situazione”.

Molti bambini sono spaventati e bisogna preservare il loro benessere emotivo. La priorità educativa è quella di stabilire un rapporto di cura e costruire insieme una TANA, molto importante avere un angolo proprio per rifugiarsi. Aiutare i bambini con il racconto di Storie. Quando si raccontano storie, le parole, le intonazioni e le espressioni del volto catturano le emozioni del bambino, trasmettendo forza emotiva. Questo è un buon modo per rassicurare e rasserenare i piccoli.

5– Scarpe, non le sopporta, anche in giardino si toglie scarpe e calze.

E’ normale che i bambini si sentono più comodi senza scarpe ed è anche positivo perché restare scalzi comporta moltissimi benefici:

  • Favorisce la circolazione sanguigna;
  • Favorisce la formazione dell’arco plantare e tanto altro ancora per cui non mi dilungo.

Guardarsi i piedi inoltre aiuta il bambino a conoscere i limiti del proprio corpo. Ma dalle parole, riportate nella mail, si evince una problematica che probabilmente non le permette di vivere serenamente in questo periodo.

Abbiamo però poche informazioni sul bambino/a, sulla relazione che avete e da quanto tempo dura questo comportamento, se è presente solo a casa o anche in altri contesti. A seconda infatti del contesto, il comportamento assume significati differenti. Avete provato a parlarne anche con la Pediatra? Prima di indagare altro bisogna sempre escludere componenti organiche. Ovviamente si può intravedere e dare una lettura di tipo relazione, sarebbe utile ed importante sapere “cosa dice e cosa fa il bambino quando non vuole mettere le scarpe”.

Questa è una dinamica tipica che appartiene alla fase dei 2/3 anni di età. Può essere una ricerca d’attenzione.

Una strategia utile può essere aumentare il tempo (esempio mettere le scarpe 5 minuti prima di uscire ma almeno un’oretta prima).

6- Alla ripresa della Scuola servirà fare un inserimento per i pulcini?

 Sicuramente bisognerà studiare, proporre delle buone pratiche per la ripresa dei servizi all’ infanzia nel Post Coronavirus. Ad oggi è molto prematuro ipotizzare riaperture e soprattutto le modalità di ripresa. Andiamo avanti passo dopo passo con le direttive Ministeriali. I bambini andranno accompagnati in tutta una nuova fase di ambientamento. Io penso che l’inserimento graduale sia necessario e doveroso nei confronti del bisogno del bambino. E’ sicuramente un ricominciare per tutti, specialmente per i più piccoli che dovranno costruire gradualmente il legame con le figure di riferimento. L’emergenza Coronavirus è ancora in atto per cui gli scenari possono sempre cambiare e per i più piccoli si tratta di una situazione estremamente delicata se pensiamo che con i bambini non possiamo parlare di distanziamento sociale.

7- Sono mamma di due bambini: 5 e 2 anni. Lavoro in ospedale e non sono rimasta a casa in questa quarantena. Da questa settimana sono con loro in casa con la mascherina e con necessità di non farmi abbracciare perché risultata positiva. Il bambino mi ha chiesto se potevo morire e non si è voluto avvicinare per paura di prendere il virus. L’altro bambino che stavo “spannolinando” ha ripreso a farsi tutto addosso. Chiedo suggerimenti per affrontare il momento.

L’epidemia attuale di Covid-19 è un’emergenza sanitaria e sociale che sta esponendo i nostri bambini ad uno stress emotivo e psicologico. I bambini sono certamente in grado di reggere questo stress, aiutati dagli adulti a conviverci e a elaborarne le cause con semplici spiegazioni. E’ normale che il bambino mostri paura avvertendo una minacci e la riesce ad associare alla morte, teme per la sua mamma e i suoi cari. Siamo di fronte a una cosa tanto grande da costituire un’esperienza che il bambino percepisce come unica e straordinaria: la presenza in casa dei genitori, il divieto di uscire, le mascherine i guanti la disinfezione continua, il tempo vuoto. E poi la morte. Quella della tv, dei discorsi in famiglia. I semplici consigli per affrontare questo sono innanzitutto dedicare loro tempo facendoli parlare, leggere e alimentare la fantasia.

E’ necessario tuttavia tenere presente il bisogno motorio nei bambini in tenera età pertanto possiamo permettere loro di esplorare anche angoli della casa a cui prima non era possibile accedere oppure poter frugare fra i cassetti, laddove possibile.

Le consiglierei di guardare insieme questa bellissima FAVOLA una Storia scritta per i bambini al tempo del Coronavirus: una bambina che vuole vedere sua Madre Infermiera…. e trovano così un modo Magico per stare insieme.

https://www.facebook.com/danielalucangeliofficial/videos/1736905513119136/

Non dimentichiamoci che ai bambini appartiene il pensiero magico.

 Per il bambino/a di 5 anni proporre la costruzione di una tana dove può portare i suoi giochi o un cuscino e permettere di restare nel suo angolino che le può dare sicurezza ma nei momenti non strutturati della giornata. Si devono alternare giochi di rilassamento (disegno- costruzioni), osservare fuori dalla finestra e raccontare cosa si vede, giochi di travaso e assolutamente mantenere viva la socialità con i parenti attraverso le video-chiamate.

Da ricordare che il genitore organizza spazio e giochi ma tenendo sempre il ruolo da “regista”. Un lavoretto semplice e utile per riunire i fratellini e lavorare sulla gestione “emozioni”, può essere la realizzazione di un vasetto di vetro chiamato CORONAVASUS dove i bambini possono mettere piccoli bigliettini con i colori delle emozioni o utilizzare anche le tradizionali emoticon, tipo smile. Questo può essere un lavoro insieme di condivisione, dove poter chiedere ai bambini come si sentono o che colore può avere la rabbia, la paura, gioia…. Il cervello dei bambini è motorio, sensoriale e magico. Educare i bambini fin da piccolissimi alle emozioni è un lavoro importante nel percorso di crescita.

Si potrebbe anche sdrammatizzare “Incoronando Regina o Re chi prende il Corona visus… come opportunità per farsi coccolare e Curare!!!

8– Come preparare i bambini al passaggio alla Scuola Primaria? Quali aiuti possono dare i genitori a casa, le insegnanti nel passaggio? Cosa si aspetteranno a settembre le vostre future insegnanti?

I cambiamenti attuali ci portano ad interrogarci e confrontarci su questo modo di “fare esperienza a distanza” che a noi piace chiamare “Pedagogia del cuore” e quindi a riflettere, stimolati anche dalle vostre incertezze, su come preparare i bambini al passaggio, al futuro. Se i bambini hanno il senso di quello che vivono, andranno a scuola pronti. Con curiosità e voglia, perché non avranno vissuto un tempo riempito, ma un senso compiuto delle cose.

Come ci ricorda Gianni Rodari “le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi sa interrogarle ed ascoltarle”. Questo tempo, ci permetterà di sostenere voi genitori nel passaggio, riappropriandovi della giusta autorità e affinché i bambini siano pronti, non solo alla Scuola Primaria, ma alla vita. Non esiste un bambino “pronto” o “non pronto” alla primaria, ma esistono bambini desiderosi di imparare, bambini abituati all’ ascolto attivo, a esprimersi attraverso il corpo, il linguaggio, il disegno e la musica. La realtà dei bambini è cambiata, la nostra realtà è cambiata, ma non significa che i bambini non imparino e che non siano pronti. Vedranno adulti che a loro volta hanno rallentato i tempi e che riusciranno a fare insieme al proprio bambino esperienze che prima non avevano tempo di fare. Cercate di affrontare il quotidiano senza sostituirvi ma coinvolgendoli attivamente., permettendogli di scoprire cose nuove e aumentare le capacità d’ascolto e di raccontare una storia, essere capaci di attendere e aspettare. Aumentare il senso di responsabilità nella gestione delle proprie cose. Aumentare il senso di responsabilità nella gestione delle proprie cose, allenarli a mettere i colori in ordine, ritagliare vari materiali, impugnare correttamente la matita, e temperarle, aprire e chiudere la colla, le cerniere di uno zaino, allacciarsi le scarpe e un grembiule. Aiutarli a gestire lo spazio di un tavolo, ma anche di un foglio, stando seduti composti mentre si realizza un disegno, utilizzando una matita alla volta, riponendola con cura nel contenitore, una volta terminato. Anche lo stare a tavola al momento del pranzo rispecchia il modo di stare in un banco, utilizzando correttamente forchetta etc..
Dialogate molto e avendo cura che rispettino il momento di parola nei confronti degli adulti, ma anche tra fratelli, facendo giochi che abbiano un turno da attendere come la tombola, il gioco dell’Oca e anche giochi di società.
Queste acquisizioni non si raggiungono solo a scuola, ma nella vita quotidiana. Non dimenticate l’importanza delle routine. E’ vero che non hanno più la routine scolastica, pertanto curate la nuova routine familiare fatta di semplici, ma chiare regole che daranno sicurezza al bambino. Rispetto delle regole, rispetto delle indicazioni date dal genitore, rispetto tra fratelli. Detto questo, tutte le esperienze che avete piacere di proporre ai vostri bambini sono utili se fanno stare bene voi e loro, perché ciò di cui più hanno bisogno i vostri bambini in questo momento, è la vostra presenza serena al loro fianco. Hanno bisogno di sentire che vi divertite insieme a loro.
Pensiamo che sia essenziale lavorare sulle emozioni per riconoscerle, accoglierle e dare loro un nome, permettendo loro di imparare ad autoregolarsi.

Vorremo rassicurarvi sul fatto che indipendentemente da questo particolare momento storico, le future insegnanti lavoreranno prima di tutto sullo stare finalmente bene insieme e in generale le aspettative sono che i bambini: sappiano stare composti nel proprio banco, siano in grado di aver cura del materiale scolastico e degli oggetti in generale, che abbiano acquisito un corretto utilizzo degli strumenti, matita, temperino, gomma, forbici, colla.
Siano in grado di ascoltare ed esprimersi rispettando il turno di parola, abbiano interiorizzato le regole sociali, il rispetto per i compagni e la figura adulta di riferimento, siano autonomi nel momento del pranzo e nell’andare in bagno.

Un piacere nuovo, un nuovo stupore, una nuova emozione…. li attende e vi attende con fiducia e amore!